Nel calcio di Antonio Conte non ci sono prime e seconde punte. È chiaro che per comodità queste definizioni non vengono cancellate, ma la realtà è che per il nuovo allenatore della Juve esistono attaccanti esterni e attaccanti centrali. E nella versione ideale i due centrali sono talmente completi e adatti all’interpretazione del gioco da poter essere assolutamente interscambiabili come posizione di partenza e compiti. Per caratteristiche Mirko Vucinic è l’ideale: più che top (scopriremo se sarà tale) o «bass» (sicuramente no) è decisamente «useful». Utile. Nel gioco iperspecialistico di Conte l’utilità di un calciatore e la sua adattabilità al 4-2-4 sono qualità imprescindibili.
Punta centrale. Vucinic, che arriva stasera a Torino e domani farà le visite mediche, è bravo sia nello stretto che negli spazi larghi. I movimenti chiesti da Conte agli attaccanti centrali si possono raggruppare in due tipologie: con le spalle alla porta o con la faccia alla porta. Nel primo caso la punta lavora di sponda o fa una finta, nel secondo si presenta come terminale dell’azione. Vucinic può eseguire in scioltezza qualunque compito grazie alla tecnica e al fisico. Conte detta un copione, prepara la sceneggiatura, ma poi in campo volta per volta i giocatori decidono come realizzare gli schemi. E Vucinic è perfettamente compatibile sia con Matri (nel calcio tradizionale diremmo che giocherebbe da seconda punta mentre Alessandro farebbe la prima) sia con Quagliarella (situazione invertita: Mirko centravanti, Fabio spalla). Le due punte centrali della Juve partono sulla stessa linea orizzontale, ma poi in alcune situazioni si trovano su una linea verticale mentre arriva il pallone. È in quel momento che va decisa la giocata: sponda, finta, stop e girata, scarico sugli esterni. Anche l’istinto ha una parte fondamentale e Mirko ha la capacità di coordinarsi molto rapidamente per il tiro con entrambi i piedi.
Esterno. Vucinic è stato acquistato per fare l’attaccante centrale, ma potrebbe anche essere utilizzato da esterno in determinate situazioni. Conte vuole che si attacchi in quattro e si difenda in sei: ovviamente la partecipazione delle punte alla fase difensiva e di difensori e centrocampisti a quella offensiva esiste, ma è soprattutto di natura tattica (squadra corta, pochi spazi tra i reparti, pressione alta). Quindi a Vucinic non verrà chiesto di fare tutta la fascia per andare a crossare e poi tornare a difendere vicino alla bandierina del corner. Mirko dovrà puntare l’uomo e possibilmente dribblarlo per creare la superiorità numerica e decidere se andare al cross o al tiro dopo aver tagliato verso il centro. Sarebbe una versione iperoffensiva della Juve: Krasic-Matri-Quagliarella-Vucinic è una formula che difficilmente vedremo dall’inizio, ma Conte ripete spesso che se gli altri sei sono equilibrati e attenti questa soluzione non sarebbe un suicidio. Nel mese che manca all’inizio del campionato Vucinic avrà tutto il tempo per capire cosa si aspetta da lui Conte, ma l’impressione è che il tecnico l’abbia voluto proprio perché non avrà bisogno di tante lezioni per imparare. In teoria Vucinic è l’ideale. Adesso la parola passa al campo. Intanto in chiave mercato la Juve ha ricevuto un’offerta dello Zenit per Bonucci. La prima proposta del club di Spalletti è sugli 8 milioni, la Juve ne chiede 15 ma la sensazione è che la trattativa per portare il difensore in Russia sia solo all’inizio.
Fonte: La Gazzetta dello Sport (articolo a firma di G.B. Olivero)
Commenti
Posta un commento