Lo sappiamo, è un epiteto ricorrente ormai per questa Juventus quello della prova di maturità. Tuttavia non possiamo che metterci e metterla alla prova partita dopo partita, trasferta dopo trasferta, scontro diretto dopo scontro diretto. Quello di oggi pomeriggio poi, nel gelo della spensierata Udine, è di quelli che non puoi non aspettare per tutto un anno. A confronto ci saranno due realtà molto diverse, seppure estremamente simili: da un lato i friulani, padroni di casa, spensierati, giovani, privi di qualsivoglia pressione o aspettativa di vittoria, che da diversi anni a questa parte, specie dall'avvento di Francesco Guidolin, esprimono uno tra i migliori archetipi di gioco non solo del nostro campionato, ma dell'Europa stessa, dall'altra parte la Juventus, incenerita dai suoi errori, devastata dalle vicissitudini giudiziarie, si è barcamenata negli ultimi 5 anni tra qualche (piccolissima) soddisfazione di classifica, e due disastri sportivi come gli ultimi due settimi posti, che pare essere risorta a mo' di araba fenice dalle sue stesse macerie, corre a mille all'ora, gioca senza ombra di dubbio il miglior calcio che si possa vedere in Europa ed ha finalmente ritrovato la mentalità vincente che le consente di approcciare ogni gara con l'istinto killer, la fame da cannibali che le è sempre appartenuta, e che si incarna perfettamente nella persona del proprio allenatore, Antonio Conte. I temi tattici della partita sarebbero innumerevoli, a partire dalla possibilità di Conte di schierare un modulo a specchio, per finire con la pericolosità che i brevilinei friulani potrebbero creare ai nostri corazzieri in difesa, passando per l'assenza, pesantissima di un Mirko Vucinic più che mai catalizzatore del gioco offensivo nelle gare che ha disputato, tuttavia questa partita assume un significato importante a un livello più alto, e ogni altro discorso sublima come neve al sole. Si gioca per il primato, si gioca per laurearsi campioni di questo squarcio di campionato, seppure non vi sia nessun premio in palio, e quindi dare un segnale forte a chi insegue, che dovrà mettercela tutta per acciuffare questa Juventus che comunque vada venderà cara la pelle contro qualunque avversario. Maturità, t'avessi preso prima, cantava Venditti, qualche rimpianto per tanti anni buttati al vento e regalati agli avversari di sempre c'è, è innegabile, ma se c'era da aspettare tutto questo tempo per vedere una Juve così, ci accontentiamo, e trepidanti aspettiamo di vederne gli effetti più intrinsechi e godere chissà di qualche trofeo e di qualche gioia sportiva.
Maurilio Annese
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