Due settimane di allenamenti con i compagni, qualche minuto contro il Cagliari e oggi il debutto da titolare. Questa è la notte di Marco Borriello e, come spesso accade, il destino si è divertito ad apparecchiare una bella storia. Allo Juventus Stadium arriva la Roma, ossia l’ultima squadra di Borriello, quella che era riuscita a strapparlo ai bianconeri nell’estate del 2010 promettendo il riscatto al Milan, quella che sembrava volesse puntare davvero su di lui e invece poi è arrivato Luis Enrique e le cose sono andate diversamente. Nelle sedici partite di campionato giocate tra settembre e dicembre del 2011 Borriello è sceso in campo con la maglia giallorossa 7 volte per un totale di 206 minuti. Difficile segnare se non si gioca. Difficile fare bene se nessuno ha fiducia in te.
Lungo digiuno. A Torino Marco ha trovato proprio la fiducia: Marotta lo inseguiva da tempo e Conte ne apprezza le qualità e le caratteristiche. E poi Borriello ha ricominciato ad allenarsi come piace a lui e come gli era successo solo con Gasperini nell’anno magico al Genoa: non solo esercizi per garantire la brillantezza in area, ma anche molta attenzione sulla forza e sulla resistenza. Borriello finisce gli allenamenti stanchissimo e soddisfatto: la condizione è in crescita, anche se raggiungere i compagni che vengono «torturati» da luglio non è facile. Giocare una partita da titolare è sicuramente un passaggio importante nel recupero psicofisico di Borriello. E poi si tratta di un incontro decisivo (i bianconeri stasera potrebbero tornare nella semifinale di Coppa Italia dopo tre anni) e contro una delle squadre italiane più in forma. E’ un esame vero e proprio, quindi. E come se non bastasse, Marco non segna dal 22 maggio 2011 (Roma-Sampdoria 3-1): 247 giorni sono tanti, troppi. Non pensarci è impossibile, nonostante Borriello sia un attaccante generoso che gioca prima per la squadra e poi per sé.
Piacevole vizio. Negli anni scorsi Marco non si è fatto molti problemi nel punire le sue ex squadre: con il Milan ha segnato una doppietta al Genoa e con la Romaha fatto gol ad Abbiati a San Siro firmando anche l’ultima sconfitta interna dei rossoneri prima del derby di pochi giorni fa. E Conte spera che Borriello risolva in parte il problema emerso in molte partite stagionali, ossia la scarsa precisione in area e la difficoltà nel trasformare le tante occasioni create. Intanto non ci sono preoccupazioni sull’accoglienza dei tifosi, che avevano contestato Borriello durante la trasferta di Lecce. Nessun insulto, nessun fischio, magari un po’ di indifferenza all’inizio. Toccherà a Marco meritarsi gli applausi e i primi cori della curva bianconera.
Fonte: GdS (articolo a firma di G.B. Olivero)
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