TORINO, 8 febbraio 2012 - Quando si dice che l’importante è la salute: da Abbiati a Pato, senza farsi mancare alcun mestiere, Massimiliano Allegri ha un’intera squadra ricoverata, Antonio Conte ne ha invece una versione di scorta da spedire sul prato di San Siro stasera, per giocarsi l’andata della semifinale di Coppa Italia. Milan-Juve primo round, dei tre previsti, tra sfida scudetto (25 febbraio) e ritorno di Coppa (21 marzo). Questione di infortuni, dunque, ma pure dei cerotti acquistati a gennaio: i bianconeri hanno messo una benda per ogni settore, cercando di suturare piccole deficienze; ai rossoneri non è invece riuscito il replay dello shopping deluxe di un anno fa. All’incasso, Van Bommel, Emanuelson e Cassano furono toppe da scudetto. Stavolta, i rinforzi li sventola il nemico: «C’è bisogno di tutti subito ha annunciato Conte - quindi Caceres, Padoin e Borriello giocheranno». E con loro un gran pezzo di argenteria, Alex Del Piero, lucidato dal gol pazzesco all’ultimo giro di Coppa, contro la Roma.
Per dare l’idea della leva disponibile nei due accampamenti: la Juve, rispetto alla partita di domenica, dovrebbe cambiare nove uomini, un record, il Milan fa fatica a incollare il suo centrocampo a tre. Al Diavolo tocca pure un destino cinico e baro, se uno dei migliori della terra di mezzo, Nocerino, è dannato dalla squalifica. A Torino, si è passati dall’inferno al paradiso. Un anno fa, di questi tempi, Gigi Del Neri aveva il pronto soccorso stipato: Rinaudo, De Ceglie, Quagliarella, Toni, Giandonato, Traoré, Amauri, Motta, Pepe e Iaquinta. Dieci. Oggi, si conta un degente, Pepe, azzoppato alla caviglia destra. Conte può quindi concedersi uno spericolato turnover, anche perché i ricambi han fin qui funzionato bene. E allora, tranne Pirlo e Chiellini, pit stop per tutti i bianconeri, Barzagli compreso, l’unico che finora non aveva saltato neppure un minuto. La trincea di centrocampo sarà ovviamente inedita: Padoin, nel quasi inesplorato ruolo di esterno destro, Marrone, Pirlo, Giaccherini ed Estigarribia. A metterli in fila solo qualche settimana fa si sarebbe rischiato il trattamento sanitario obbligatorio. Invece ora il tecnico ci punta per arrivare in fondo alla Coppa Italia, e non solo per dar ossigeno ai titolari: «Al di là del Milan, che è l’avversario più probante, è una semifinale e deve essere affrontata nel giusto modo. Vogliamo passare il turno, quindi cercheremo di mettere in campo tutto quello che abbiamo». Da pari favoriti, senza giocare a nascondino, come succede invece per il campionato: «Qui le percentuali sono equamente divise - ha continuato Conte - perché in sfide di andata e ritorno conta molto lo stato di forma. Sono il primo a dire che per vincere la Champions o una competizione del genere, bisogna essere bravi e molto fortunati. In campionato invece vince la squadra che dà più garanzie sul lungo, perché sono 38 partite che ti consacrano».
Sul lungo percorso, però, conterà pure sapere, o potere, dosare le forze, perché il menù resterà intasato: per il recupero di campionato quello della Juve, per la Champions quello del Milan. Ad Allegri farebbero comodo le ultime provviste, allora, ma questa volta Adriano Galliani non è riuscito a prendere i primi della lista, da Tevez a Montolivo. Ci si aggrappa a Ibra, dunque, ancora di più: «Un calciatore che stimo e ammiro - ha detto Conte -, uno che decide le partite, che dove è andato ha vinto. E spesso ha spostato gli equilibri». Ma potrebbe saltare il duello di campionato: «Quanto il Milan ci perde si potrà dirlo solo dopo: l’anno scorso vinse lo stesso». Quando c’erano Pato e Cassano, però. C’erano.
Fonte: La Stampa (articolo a firma di Massimiliano Nerozzi. Immagine ripresa dalla GdS)
Ce la possiamo fare, mi preoccupa molto El Shaarawy
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