Calcioscommesse, la legge non è uguale per tutti. Bonucci sì, Criscito no

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La faccenda è limpida come l’acqua del Gange. Mimmo Criscito resta a casa, Leonardo Bonucci va all’Europeo: entrambi sono indagati a proposito di Scommessopoli e rotture varie, ma uno è «non sereno» (parola di Prandelli) e quindi meglio se prova a difendersi per i fatti suoi; l’altro invece non ha ricevuto alcuna notifica (il pezzo di carta, insomma) e ha tutto il diritto di andare in Polonia e Ucraina a giocare col pallone e la maglia azzurra. Come dire: avete tutti e due la varicella, solo che per te, Mimmo, il dottore ha rilasciato ufficiale certificato medico, mentre tu, Leo, sei pieno di croste e crosticine tipiche della malattia, ma nessuno specialista ha dato responso e quindi è come se le crosticine non le avessi. No, qualcosa non torna, solo che se fai notare l’inghippo al ct, quello s’arrabbia assai: «La cosa più fastidiosa è che qualcuno ha accostato la vicenda di Bonucci a quella di Criscito: lo dico a tutela dei giocatori e dei loro familiari. Bonucci, lo ribadisco, non ha ricevuto alcun tipo di avviso dalla procura: per questo viene con noi all’Europeo». E a noi pare una scusa bella e buona, un mezzuccio per non dire la verità, e cioè che il famoso «codice etico» varato qualche tempo fa in azzurro vale per molti ma non per tutti. Del resto mettetevi nei panni del ct: a sinistra Chiellini può tranquillamente sopperire all’assenza di Mimmone, ma in mezzo toccava accontentarsi di Ranocchia, lo spilungone dell’Inter che un giorno tornerà grande ma per il momento offre le stesse garanzie di un bimbo lasciato solo nella fabbrica del cioccolato. E allora viene da fare i bacchettoni, quelli che si fanno girare i santissimi se pensano alle cantilene dei mesi passati a proposito del comportamento che dovrebbero sempre tenere gli azzurri, al fatto che se non son bravi ed educati se lo sognano l’Europeo, alle reprimenda fatte a Balotelli che - diciamocelo - se n’è altamente fregato delle ramanzine e comunque in Polonia e Ucraina ci sarà (ti credo, è il più forte che abbiamo). Siamo sinceri: con Mimmone la sorte s’è accanita, perché viene rispedito a casa solamente per una foto che lo ritrae vicino all’ex compagno Sculli e a un paio di ultrà. Forse questo significa che il terzino è un malfattore, ma forse significa semplicemente che è finito dentro l’obiettivo sbagliato e in realtà non ha combinato niente. Perché poi la questione è la solita: chi riceve un avviso di garanzia non è colpevole, è solamente «avvisato» che qualcuno sta facendo le pulci per capire se sei buono o cattivo. Il ct che ti spedisce al mittente praticamente ti abbandona al tuo destino, ammette di avere dei dubbi a proposito della tua condotta, se ne lava le mani come un Ponzio Pilato qualunque. E non ci sarebbe niente da dire se «Ponzio» fosse severo allo stesso modo con tutti, ma proprio non si può assolvere un «educatore» che prima sposa il sacro codice etico e poi fa figli e figliastri per puri calcoli di natura tecnico-tattica. Domanda: e se la notifica al buon Bonucci arriva in questi giorni che si fa? Si rinuncia a uno dei 23 eletti o si fa finta di nulla perché c’è da vincere un Europeo ad ogni costo? Vedremo. Intanto auguriamo a Leonardo di essere protagonista assoluto sui campi polacchi, mentre chiediamo a Mimmo di portare pazienza: da che mondo e mondo la legge non è uguale per tutti.

Fonte: Libero (articolo a firma di Fabrizio Biasin)

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