I segreti della vittoria: dalla società agli osservatori

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Tutto è iniziato il 19 maggio di due anni fa. Quel giorno si tenne un CdA che ufficializzò la nuova presidenza di Andrea Agnelli e l'entrata in società di Beppe Marotta con l'incarico di direttore generale (presto ampliata a quella di amministratore delegato e membro appunto del CdA). Un Agnelli tornava a occupare la poltrona di numero uno. Un uomo di calcio tornava alla guida di un'auto (tanto per rimanere in tema) prestigiosa ma, nell'era Blanc, incapace di dimostrarsi competitiva nonostante i grandi sforzi economici della proprietà. Bastarono pochi giorni per comprendere che si trattava di una rivoluzione epocale. Per la Juve, ma più in generale per il calcio italiano. Saltarono teste, vennero ridisegnate competenze, ruoli. In campo e in società. Il processo è tutt'ora in corso e non sappiamo dove porterà, perché Agnelli ha davvero una visione (e il piglio) per segnare la sua presidenza come un segno di rottura in un mondo da troppo tempo sempre eguale a se stesso e incapace di viaggiare ai ritmi tenuti da Inghilterra e Spagna. Nel frattempo è arrivato lo scudetto più atteso della storia bianconera. Tra i più meritati in assoluto, checché ne pensi Max Allegri. Per quanto si è visto in campo e per la bontà del lavoro di chi si muove al fianco o dietro i protagonisti delle nostre domeniche. La vittoria ha molti padri, a noi sembra giusto sottolineare quelli di Marotta. Che nella Juve ha trovato il terreno ideale per mettere in pratica idee ed esperienze. Sotto la sua guida Vinovo è diventato il vero cuore della Juve, attorno al quale tutto muove. Dal settore medico, a quello dello scouting, a quello didattico (nel vero senso della parola, dal momento che da settembre tutti i baby bianconeri avranno la possibilità di studiare in un liceo interno) oggi la società di corso Galileo Ferraris è all'avanguardia. Dopo anni di dominio, tocca a Milano inseguire, ma riprendere una Juve così non sarà affar semplice. Perché la corsa di Agnelli e Marotta è appena agli inizi e ha già un nuovo obiettivo, che si chiama Europa.


LA SQUADRA
Con Marotta-Paratici venticinque arrivi!

Ci sono state le intuizioni straordinarie: Pirlo e Vidal in testa, ma pure Barzagli. E
quelle magari meno influenti, ma comunque curiose, come Estigarribia. E i colpi di
alto profilo: Lichtsteiner, Vucinic, Matri, Quagliarella, Pepe. E ci sono stati anche
degli errori, comè normale visto il numero di operazioni messe in cantiere: Martinez su
tutti, oppure Motta per finire all'oggetto misterioso Elia. E mettiamoci pure l'enigma
Krasic, prima eroe, poi ... (i puntini li riempia ognuno come crede, a noi resta il dubbio
che il serbo possa tornare grande in altri contesti). E una marea di dismissioni, forse il
compito più arduo, considerati gli emolumenti percepiti dai Trezeguet, dai Tiago, ecc.
In questa compagnia figura pure Caceres, prima mollato, poi ripreso.
CHE TOURBILLON Tutto si può dire, ma non che il mercato della Juve ai tempi della
coppia Marotta-Paratici sia noioso. Nè banale. Se il primo anno è stato all'insegna dal
made in Italy, il secondo ha proposto escursioni su pianeti semi-inesplorati: dal Cile al
Paraguay. In totale gli arrivi tra acquisti e prestiti sono stati 25 in due stagioni,
d'altronde gli unici superstiti della Juve griffata Ferrara tra i nuovi campioni d'Italia sono
Buffon, Chiellini, De Ceglie, Marchisio e Del Piero. Più Grosso e Manninger, la cui
incidenza in stagione è stata pari a zero. Va detto che le due sessioni di mercato
gestite da Marotta e Paratici sono assai diverse tra loro Soprattutto nelle premesse. Il
primo anno i due si ritrovarono a dover improvvisare subito dopo l'insediamento, con
l'urgenza di allestire una squadra in grado di scendere in campo per il preliminare di
Europa League (tutti i nazionali, reduci dal Mondiale, erano ancora in vacanza). Lo
scorso anno invece la programmazione c'è stata. E si è visto. Il terzo anno sarà quello
del top player e anche qui la noia non è contemplata.


IL SETTORE MEDICO
Con il training check debellati gli infortuni

All'atto del suo insediamento Beppe Marotta fu esplicito nel tracciare i settori in cui
pensava di intervenire per far uscire la Juve dal periodo critico iniziato con Calciopoli:
«Voglio che a livello medico la società si ponga a livelli d'eccellenza. Noi alla
Sampdoria abbiamo avuto un solo infortunio muscolare nel corso dell'ultimo anno».
Tema delicato, perché in casa bianconera il trend negativo si è protratto anche nella
scorsa stagione, ma finalmente i risultati stanno arrivando anche in questo campo. La
squadra bianconera conta su un veterano come il dottor Fabrizio Tencone (al fianco di
Marcello Lippi in tante annate vincenti) in qualità di supervisore. I suoi collaboratori
principali sono il responsabile sanitario Gianluca Stesina, il medico sociale Luca
Stefanini e il responsabile medico del settore giovanile, Antonio Giordano a cui si
aggiungono 28 consulenti di altissimo profilo.
PROTOCOLLO BIANCONERO Particolare importanza ha però il lavoro di
prevenzione svolto dal team del professor Roberto Sassi. Un programma non legato
al tecnico di turno (anche se Conte nella preparazione ci mette becco, eccome) ma
che potremmo definire protocollo Juve, In casa bianconera lo hanno definito
Training check e lo applicano a tutte le squadre, ovvero anche al settore giovanile.
Claudio Albanese, direttore della comunicazione, sottolinea: «E' un progetto sotto la
responsabilità dell'azienda Juve, che lo mette a disposizione degli allenatori». Con un
minimo di approssimazione, si tratta di tutta una serie di test a cui i giocatori vengono
sottoposti con frequenza, per valutare i loro specifici parametri atletici e lo stato di
salute generale. In modo da poter prevenire eventuali infortuni e permettere al
professor Bertelli, che opera sul campo, di personalizzare la preparazione al meglio.
Risultati alla mano, funziona alla grande, anche se la vera controprova ci sarà nella
prossima stagione, con il doppio impegno campionato-Champions.


IL MANAGEMENT
Marotta: «Il team invisibile è già nel futuro»

Beppe Marotta parla con giustificato orgoglio della sua creatura. «Dietro alla
squadra c'è un altro team, invisibile, che è già nel futuro. Uomini al top, in ogni settore,
con una sola missione: vincere!». La Juve è questa: una società che ha dovuto (e
saputo) cambiare pelle per tornare al vertice. Basta guardare al management per
comprendere quanto sia stato profondo e radicale l'operato di Andrea Agnelli e Marotta.
Nuovi loro due, innanzitutto. Anche se fa impressione dirlo di un Agnelli alla testa della
Juve e di un uomo, Marotta, che ricopre incarichi dirigenziali nel calcio da quando aveva
appena festeggiato la maggiore età. Ma nuovo anche il direttore sportivo, Fabio Paratici.
E il direttore commerciale, Francesco Calvo. Per continuare con quello della comunicazione,
Claudio Albanese. E' del tutto nuova anche la figura professionale del direttore del centro di
Vinovo, Vittorio Ferrino. In pratica della vecchia società (che poi sarebbe quella operativa
appena due anni fa) è rimasto al suo posto soltanto Alessandro Sorbone , direttore
delle risorse umane. Mentre il segretario Francesco Gianello ha assunto l'incarico di
responsabile dello stadio, lasciando la sua scrivania a Maurizio Lombardo,
proveniente dal Brescia.
DOMINIO TOTALE A dispetto del vezzeggiativo di Vecchia Signora, la Juve dunque è
formata da un gruppo che a dispetto del risultato raggiunto, è appena all'inizio del
proprio cammino, spinto da ambizioni anche personali che si riflettono nella spinta
comune per arrivare ai vertici e non solo in Italia. Centoventi persone unite dal senso
di appartenza e dalla consapevolezza di essere parte di un progetto esaltante:
primeggiare nel mondo. Mica poco.


GLI OSSERVATORI
La carica degli 007: 2700 le partite viste!

Cosa sarebbe stato in questi anni il Barcellona se Carles Rexach non avesse
individuato nel 1995 il talento precoce di Leo Messi in un bambino gracile e afflitto da
Ipopituitarismo? Certo non la miglior squadra al mondo, anche se il modello dei
catalani non è legato solo alla vena del suo straordinario asso. Per la cronaca,
l'argentino costò al Barça 750 euro al mese, la cifra necessaria per pagargli le cure.
Più vitto e alloggio. La Juve sta provando a individuare il suo Messi, anche se operare
fuori dall'Europa è un vero azzardo per le nostre squadre, considerata la norma sugli
extracomunitari. Infatti la ricerca verte soprattutto in Europa.
GLI UOMINI INVISIBILI La struttura degli scout bianconeri conta su due
responsabili, Carlos Vargas per la prima squadra e Claudio Sclosa per il settore
giovanile e su un segretario dedicato, Roberto Brovarone. Vargas e Sclosa
gestiscono 5 osservatori di primo livello (quelli spediti a osservare i giocatori
interessanti per la prima squadra) e 10 di secondo livello, oltre a una fitta rete di
segnalatori italiani che seguono i campionati giovanili nostrani.
CARROZZA BIANCONERA Nella stagione che va a concludersi sono state 2700 le
partite visionate direttamente dagli 007 bianconeri, di cui 300 nei 5 principali
campionati continentali (Premier Ligue, Liga, Ligue 1, Bundesliga e ovviamente serie
A). Un'attività che si completa con la visione interna al centro di Vinovo, attraverso dvd,
piuttosto che programmi appositi sui iPad. Se tutta questa messe di dati porta alla
convinzione generale che il giocatore seguito meriti la Juve, si muove per ultimo Fabio
Paratici. E inizia un'altra storia, quella delle trattative per il passaggio in bianconero del
soggetto in questione. A volte si arriva al lieto fine, altre no. Ma nessun minuto di
lavoro è sprecato, perché la conoscenza del mondo del calcio a 360 gradi è
fondamentale per non perdere il treno che porta ai campioni di domani. Anzi, per farli
salire sulla carrozza bianconera...


il SETTORE GIOVANILE
Dal campo al liceo cresce la scuola Juve

Parlando di giovani la parola progetto non è mai abusata. E gli investimenti non
sono mai sprecati. La Juve sta dimostrando di averne davvero tanti, e ricchi, di progetti
per far crescere bene i propri ragazzi. E la cifra destinata annualmente, 8 milioni di
euro, a quello specifico settore, è uno dei motivi per ipotizzare un futuro a tinte rosa. E
azzurre... Proprio ieri 5 ragazzi della Primavera (Liviero, Rubin, Schiavone, De
Silvestro e Beltrame) sono stati convocati per l'Europeo Under 19.
APRE IL LICEO La decisione comunicata un mese fa di insediare un liceo scientifico
a Vinovo, per dare modo ai calciatori delle giovanili, in età per le superiori, di far
coincidere libri e pallone, rappresenta un salto in avanti di anni. E' un esempio che tutti
i club di vertice dovrebbero imitare. Non è solo una questione di scolarizzazione (e
tanto basterebbe per considerarlo un fatto positivo) ma di costruzione di un bagaglio
umano che vada aldilà di finte, cross, palleggi.
ARRIVA LA CASA Proprio in questi giorni l'organizzazione che fa capo a Gianni
Rossi e al suo vice Gianluca Pessotto si è arricchita di una nuova figura, Stefano
Braghin, come responsabile organizzativo. Mentre Mauro Sandreani è diventato il
responsabile di tutti gli allenatori del settore giovanile. In modo da uniformare, sul
modello Barça e Ajax, i dettami tattici insegnati ai baby delle 11 formazioni bianconere
e quelli della prima squadra, nell'ottica di un loro salto di qualità. E le idee non sono
certo finite. Già si pensa a una foresteria, sempre interna allo Juvntus Center, dove
ospitare i giocatori della prima squadra nelle vigilie dei match interni e i ragazzi delle
giovanili nella quotidianità. Oggi, per consentire loro di rientrare a casa, è stato messo
a disposizione un servizio in tutto il Piemonte che li preleva al mattino e li riporta alla
sera. Un domani anche quelli che provengono dalle altre regioni o dall'estero avranno
una loro casa. Bianconera.


Fonte: Tuttosport (articoli non firmati)

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