Del Piero:"Non so ancora dove giocherò"

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Intervistato dalla CNN l'ex capitano e storico numero 10 della Juventus Alessandro Del Piero ha ampiamente parlato della sua carriera e valutato alcune prospettive future. Come riportato dal sito de La Gazzetta dello Sport, Alex ha fatto una panoramica un po' su tutto partendo dalla meta americana: "Gli Usa sono un paese unico, mi sono sempre divertito li in vacanza. Però al momento non c'è alcuna soluzione da definire per la mia carriera in MLS, vedremo se giocherò li o altrove. Mentirei se dicessi che non mi aspettavo di non rinnovare il contratto, c'erano già state difficoltà un anno e mezzo fa poi superate a riguardo. Però non penso perchè non mi hanno rinnovato, io ho dato tutto e più per quel che potevo dare. Sono molto felice, bisogna seguire quello che è il destino e oggi sono separato da questa realtà. Adesso penso solo a trovare un'ottima sistemazione per continuare a giocare, uno, due o cinque anni. Non c'è rancore o amaro in bocca da parte mia. Ho vissuto tanti dualismi con più persone, non ho mai vissuto con ansia queste situazioni, anzi mi chiedevo il perchè di questi dualismi quando si poteva convivere con il rivale in questione. In alcune società si ragiona dicendo che è meglio che ci sia solo un giocatore di un certo tipo, io però vedendola ancora da giocatore dico che più giocatori di un certo tipo ci sono, meglio è. Non so comunque perchè è così, bisognerebbe chiedere a chi sceglie. Allenatori? Se devo scegliere chi vorrei essere direi senza dubbio Guardiola. I miei allenatori? Trapattoni ha un entusiasmo travolgente. Lippi ha grandissima voglia di vincere, Capello una forte determinazione nelle cose che fa. Ancelotti una visione molto interessante. Conte? E' preparatissimo tatticamente e una grande voglia di vincere. Io nasco e rimango una persona timida, però la mia vita mi ha portato ad avere cose che portano il mio nome, come il tiro alla Del Piero. Questo mi riempie di soddisfazione e orgoglio, però questa riflessione finisce presto perchè ti attendono nuove sfide e si riparte da 0-0. Se si perde qualcosa essendo sotto i riflettori? Sicuramente un po' di privacy ma paragonato a tutto quel che ho avuto è poco, non mi lamento anzi. Il ricordo più bello? Sicuramente la vittoria del mondiale nel 2006, era il mio sogno da bambino. Però nel cuore mi porto moralmente cose che mai mi sarei aspettato, come essere applaudito in stadi avversari. Manchester, Newcastle, Verona, Genova e non solo con l'apice del Bernabeu. Fare due gol in un tempio del calcio, contro la squadra che ha vinto più Coppe dei Campioni ed essere applaudito dal pubblico più esigente del mondo è qualcosa che va oltre, che ti riempie e poi si è replicato esponenzialmente nell'ultima gara allo Juventus Stadium. Non so ancora spiegarmi, il pubblico si è fermato ad applaudirmi per venti minuti. Il rammarico? Sicuramente Euro 2000 con quel gol sbagliato e quelli di Wiltord e Trezeguet. Se però mi avessero detto di perdere così l'Europeo e poi vincere il mondiale ci avrei messo sicuramente la firma".

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