PATTEGGIAMENTO

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PATTEGGIAMENTO
Da ieri quando il Procuratore Federale dr. Stefano Palazzi ha reso pubblici i deferimenti dei tesserati della Juventus tra il popolo Bianconero la parola “patteggiamento” è diventata la più diffusa.
Si perchè Conte, Alessio, Pepe e Bonucci da qui al 1 Agosto dovranno considerare che la loro strategia difensiva comprende anche la formula del patteggiamento, una formula che in buona sostanza implica un’ammissione di colpa da parte dei deferiti e di conseguenza la richiesta di perdono che la giustizia del calcio accorda sotto forma di riduzione della pena, questa  definizione del patteggiamento non è sicuramente una definizione legale molto ortodossa però in sostanza di questo si tratta.
La scelta del patteggiamento non è solo una scelta personale ma coinvolge anche una così detta “ragion di Stato”, la Juventus ha assicurato il più totale sostegno a tutti i suoi tesserati che sono stati deferiti, per Conte, Pepe ed Alessio si parla di “omessa denuncia” da 3 mesi ad un anno di squalifica, Bonucci è quello che rischia di più in termini disciplinari in quanto è stato deferito per “tentato illecito” e richia fino a 3 anni di squalifica. Dato l’ordinamento giuridico del calcio ed i precedenti è assai difficile che un tesserato che viene deferito e quindi processato venga assolto con formula piena, quindi non è da escludere che i legali del Club vedano nel patteggiamento una sorta di via d’uscita per evitare a Conte, Alessio, Pepe e Bonucci di essere allontanati per periodi decisamente lunghi.
Però a livello umano è comprensibile che chi come Conte, Alessio, Bonucci e Pepe si senta totalmente estraneo ai fatti non possa e non voglia accettare di buon grado di accettare un compromesso di questo genere, perchè patteggiare, come già detto, è un’ammissione di colpa.
Quello che più richiama l’attenzione non è tanto il rito del patteggiamento ma piuttosto che questo rito sia visto come l’unica ancora di salvezza per chi cade nella rete della giustizia del calcio, se è vero che oggi non vige più la regola della dimostrazione d’innocenza da parte del presunto colpevole è altrettanto vero che in fase processuale non è rispettata la presunzione d’innocenza.
Per essere più chiaro prendiamo ad esempio il processo sportivo che inizierà il 1 Agosto ed è previsto che si chiuda il 3 di Agosto, in questo processo saranno chiamati in causa 44 tesserati, se prendiamo il caso di Conte per dimostrare la proppria innocenza, in un processo equio, la difesa di Conte avrebbe il diritto di chiamare a testimoniare di fronte alla Corte almeno tutti i giocatori e tecnici che militavano nel Siena nella stagione 2010/2011, per interrogare almeno 20 persone penso siano necessari almeno 2 giorni ma se il processo a 44 persone durerà in totale 3 giorni com’è possibile che ciscuno dei 44 “imputati” abbia la possibilità di sviluppare una strategia difensiva decente?
Personalmente ritengo che il sistema giuridico del calcio sia quanto meno Medioevale, siamo nel XXI secolo ad è inammissibile che si ritenga esaustivo il giudizio di un gruppo di investigatori federali al fine di decidere la sorte professionale e sopratutto mettere in dubbio la moralità di una persona. La giustizia del calcio è una giustizia amministrata da dai “poliziotti” dove i giudici sono chiamati a definire solo l’entità della pena, in quanto è il teorema è “se sei stato deferito si colpevole”, tutto ciò in barba ai diritti della difesa.
In conclusione credo che il patteggiamento sia in definitiva un ordinamento che consente alla FIGC e di conseguenza ai suoi ordini giudicanti di ritenersi infallibili nelle loro decisioni, non credo che questo atteggiamento sia molto etico anzi è sicuramente un atteggiamento che non rispetta il più elementare dei diritti ossia la presunzione d’innocenza.
Qualsiasi sia la sceta che faranno Conte, Alessio, Bonucci e Pepe stiano certi che tutto il popolo Juventino sarà sempre al loro fianco e che tutti noi siamo convinti della loro innocenza.
Massimo Sottosanti  

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