C’era una volta Giovinco. Sta già finendo la favola?

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Conte insiste, ma i tifosi che lo adoravano ora mugugnano. Col Siena giocherà e dovrà riscattare le ultime gare. Decisivo solo in Coppa Italia. Fino alla semifinale...

Formica sempre meno atomica e sempre più atipica. Di un’atipicità poco compatibile con l’orchestra bianconera. Almeno questo è ciò che racconta l’annata di Sebastian Giovinco . Dopo un paio di stagioni da primo violino a Parma, l’attaccante è rientrato in estate a Torino, la sua Torino, con l’ambizione di vestire il bianconero e cucirlo a pelle. Una volontà che però fa a pugni con la realtà. Anche fresca, come una ferita non rimarginata, come quella inferta ieri da Totti alla Juve. Giovinco, catapultato nella notte romana a danze ancora aperte, era l’11’ della ripresa quando ha preso il posto di Vucinic , ha avuto la possibilità di colpire a sua volta la Roma. Peccato che i suoi, più che nobili pugni al volto dei giallorossi, siano risultati volgari calci a vuoto. Per un giocatore che nelle giovanili bianconere sapeva deliziare, e che pure a Parma ha strappato più di un applauso per sensibilità tecnica, non può essere definito in altro modo il liscio sgraziato che l’ha visto protagonista all’Olimpico capitolino: il pallone è consegnato da Anelka , ma rispedito al mittente da Giovinco che liscia come immortalato dall’impietoso ritratto fotografico.

REALITY SHOW - Purtroppo, e sono sempre i fatti a fotografare la realtà, l’episodio di Roma non è nemmeno stato eccezionale. Troppe le occasioni sciupate, tanti, allo stesso modo, i gol serviti a Juve sazia e avversari ormai imbambolati. Oppure riversati nella metà campo bianconera nel tentativo di recuperare. E qui si rende doveroso un approfondimento di natura tattica. Giovinco ha sicuramente fatto bene, a Parma. Squadra che aveva per traguardo la salvezza e che agiva di conseguenza: protezione dell’area e gioco di rimessa. L’ideale, per Giovinco. Attaccante che negli spazi larghi ha effettivamente dimostrato di saper marcare la differenza. Ma la Juve non è il Parma. Conte ha l’obbligo di giocare per vincere, quindi di occupare campo e chiudere l’avversario nella propria metà campo. Situazione rispetto alla quale il fantasista ha evidenziato lacune. Tirando le somme, quando Giovinco ha spazio sa creare pericoli, quando invece i metri quadri a disposizione si riducono finisce troppo spesso per sbattere sugli avversari.


Alessandro Baretti per Tuttosport



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