Undici legionari nella tana dei Celti ai confini dell’Impero

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Articolo scritto da Alessandro Magno

Ieri si e’ scritta una pagina epica di storia bianconera. La Juve qui non aveva mai vinto e un successo di una squadra italiana mancava qui da tempi immemorabili. Il Celtic ha dimostrato in una serata quanto sia difficile giocare contro di loro nel loro stadio e quanto siano vere le storie che si raccontano sul loro conto. Il Celtic a Glasgow non e’ una squadra e’ una religione.
L’onda d’urto che abbiamo dovuto respingere, di uno stadio così fragoroso da sembrare che potesse crollare da un momento all’altro, e’ stata oltre modo che potente, se si puo’ dire. I loro giocatori sono stati spinti oltre l’immaginabile da tutto l’ambiente. “L’acustica” e’ stata da vera battaglia dove il rumore delle armi e le grida ovatta ogni altro suono. Il pubblico, il loro mister, i loro giocatori sono sembrati degli invasati posseduti da chissa’ quale demonio.
Devo dire che ho stentato a riconoscere la mia Juve cosi costretta a difendersi e a cercare di ribattere colpo su colpo. Ho stentato a credere che si potesse resistere a lungo, così asserragliata nel proprio fortino a respingere colpo su colpo a ogni tentativo di assalto. Devo dire che sembravamo un manipolo di uomini muniti solo del proprio coraggio contro tutto e tutti.
Owen l’ex pallone d’oro fra “i meglio regalati” della storia s’e’ lamentato a fine partita delle braccia larghe di Lichtesteiner. Ha detto che andavano sanzionate con qualche rigore. Forse Owen cerca un ingaggio ai Celtic, uno dei pochi posti dove potrebbe ancora giocare visto i piedi di quelli.  Dello stesso avviso e’ stato Lennon nel dopo partita, una lamentela piu’ che altro dettata dalla frustrazione di aver perso nonostante aver dato tutto.
La verita’ e’ che non c’e', regolamento alla mano, nemmeno mezzo rigore per il Celtic. Ci son si un paio di simulazioni goffe in area che in verita’ non fanno loro onore. Ho visto invece, botte da orbi a volte oltre il lecito, specie su Pirlo, che forse meritavano piu’ di qualche giallo. Se un rigore c’era forse c’era su Vucinic che invece di buttarsi ha fatto il signore ed e’ rimasto in piedi.
La partita e’ stata a tratti una specie di incontro di rugby.
Fortunatamente i nostri non son caduti in provocazioni e hanno saputo aspettare che il ritmo loro calasse per assestare i due colpi del Ko. Bellissimi gli scambi delle nostre coppie d’attacco. Grande Matri finalmente recuperato. Grandissimo Marchisio come Vidal, Buffon e tutta la difesa.
Alla fine accade cio’ che non ti aspetti, come usciti da un incantesimo il Celtic ci rende l’onore delle armi. Tutto lo stadio appalude i nostri giocatori e i  nostri tifosi rispondono “Celtic , Celtic”. Il loro mister Lennon e’ il primo che va a complimentarsi con Conte e lo abbraccia.
Ai nostri tifosi e ai loro viene concesso di incontrarsi e scambiarsi i vessilli.
Che storia incredibile questa vissuta a Celtic Park questa sera. Quanto abbiamo ancora da imparare in Italia da questo modo di vedere il calcio. Sono contento per i miei amici che han fatto sacrifici per essere lì. Penso a Ciccio a Francesca e Marco con la sua telecamera sempre a riprendere.
Che storia. Sono orgoglioso di voi come lo sono dei nostri ragazzi in campo. La coppa non la voglio sentire neanche di nominare, chiamatela scaramanzia, chiamatela come vi pare. A me basta che mi fate vivere ancora queste battaglie.


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