Buffon: "Il Bayern non è felice di incontrarci e questo significa che siamo di nuovo rispettati e che incutiamo un pochino di paura". Leggi le sue dichiarazioni.

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Oggi dal ritiro azzurro ha parlato il numero 1 della Juventus Gigi Buffon. Eccco le sue parole gentilmente riportate da TuttoJuve.

Come stai vedendo i tuoi compagni nella pre-vigilia della sfida con il Brasile?
"Sicuramente è un po' presto per avere delle impressioni credibili, perchè alla fine è solo un giorno che ci siamo riuniti. Però il fatto che ci siano così tanti ragazzi nuovi e anche giovani, fa ben sperare per il futuro, perchè sembra che ci sia un ricambio importante e di valore. E questo era un po' un dilemma che qualche anno fa ci stavamo ponendo e probabilmente sembra in via di risoluzione".

Nelle amichevoli l'Italia non si esprime al meglio. Vi rifate un po' allo spirito del campionato Europeo, il morale, l'unione...
"Sì sicuramente, al di là del fatto che giovedì si giocherà un'amichevole, quando ci sono certi confronti è normale che non vuoi mai sfigurare, perchè il banco di prova è molto importante, molto stimolante e poi perchè alla fine ci apprestiamo a rappresentare l'Italia anche in una competizione come la Confederations Cup tra tre mesi, che è sempre una competizione nella quale bisogna giocare Oggi avete incontrato i ragazzi per una campagna contro il razzismo. E' stato uno stop dell'allenamento molto simpatico...
"Sì, sì, è stato un successo come si dice in questi casi, quando le cose vengono fatte in maniera spontanea e vengono accompagnate dal cuore e dai sentimenti. Credo che siano dei piccoli segnali, che se presi nel modo giusto, possano solo far migliorare i rapporti e la coesistenza nella nostra società".

Lo spogliatoio, i due-tre giocatori che contano nello spogliatoio, cosa dicono del possibile ritorno  di Totti in Nazionale?
"Lo spogliatoio, per quel che riguarda le decisioni di un allenatore, non deve dire niente, nel senso che sono responsabilità specifiche di chi guida la squadra e di chi pensa di fare il bene della squadra in vista di una competizione. Se poi nel caso specifico si parla di un ragazzo come Francesco... Francesco è ancora oggi uno della Nazionale, perchè con qualcuno di noi - tipo con me - ha condiviso sin dall'Under 15 questo tipo di avventura, per cui lo sarà sempre, per me sarà sempre un compagno di Nazionale. Se poi un giocatore come lui, col suo talento, con la sua caratura, con la sua classe, continua giocare sui livelli formidabili di quest'anno, penso che la risposta del mister sia una risposta molto intelligente, nel senso che è giusto non precludere nulla  a uno che realmente può fare la differenza e ti può far vincere le partite. Ma penso sia un discorso molto logico di un ragazzo che sta scrivendo la storia del calcio italiano e la sta scrivendo con il presente e magari con un futuro prossimo. Non stiamo parlando solo di passato".

Tutti si augurano che la tua squadra possa scrivere una storia pazzesca quest'anno. Ieri Prandelli, a specifica domanda, 'La Juventus può essere l'anti-Barcellona?'. ha risposto: 'Per il modo in cui gioca la Juventus, sì'. Io ti chiedo come te la senti la Champions, dopo tutte le partite che hai giocato: è un obiettivo possibile o è una roba lontana?
"Penso che la Champions vada presa realmente per come l'abbiamo incominciata e per come abbiamo intrapreso questo percorso, che era un percorso di avvicinamento alle zone importanti dell'elite europea calcistica, sperando di farci apprezzare per un gioco propositivo come quello che stiamo sciorinando quando giochiamo; sperando nel frattempo di riconquistare il rispetto degli avversari. Penso che in linea di massima l'obiettivo l'abbiamo centrato, perchè poi chiaramente noi non possiamo dire di essere stati fortunati nel sorteggio, però in un quarto di finale è giusto che incontri una squadra di caratura mondiale come il Bayern Monaco. Però penso che alla fine anche loro non siano stati felici di incontrarci e questo sta a significare che l'obiettivo nostro è stato centrato, cioè quello di essere di nuovo rispettati e di incutere un pochino di paura. Se poi mi chiedi se penso di vincerla, ti dico, è veramente dura, realmente. Ci sono 3-4 squadre, tra le quali il Bayern Monaco che hanno un passato recente molto più importante del nostro, parlo degli ultimi 4-5 anni, hanno una confidenza a questo tipo di competizione e di eventi maggiore rispetto alla nostra, però la cosa bella è che non parti battuto, parti per giocarti la gara. Poi saranno delle gare quasi tutte equilibrate, con un pizzico di fortuna, un dettaglio che magari ti fa vincere o ti fa perdere. Ma è già importante sapere di poterci giocare la partita".

Prima delle elezioni hai appoggiato Monti. Qual è il tuo stato d'animo nel vedere quello che sta accadendo?
"Quello che è accaduto è lo specchio del Paese, della nostra società in questo momento. Visto che alla fine il giudizio del popolo è sovrano, ci si attiene a quello che ha detto il voto. Se poi siamo tutti felici, consapevoli e riteniamo giusto che andare avanti così sia la cosa migliore, si andrà avanti così".

Sulle tessere omaggio che sono state i politici dal Coni....
"Questo è un discorso che è uscito oggi, ho letto sui giornali, ma non ho approfondito, l'ho letto in maniera superficiale a grandi linee, per cui non posso dirti realmente la mia opinione. Sono dei segnali, come magari dei segnali ci sono pervenuti dal Papa nuovo, segnali anche molto belli. Per cui tutto fa ben sperare che ci siano magari questi segnali di discontinuità, perchè ogni tanto anche la la discontinuità fa capire che ogni tanto ci si ferma e si pensa".

Come mai Totti ha lasciato la Nazionale nel 2006? 
"Mah...Francesco penso che ogni volta che ha preso delle decisioni, siano state frutto di riflessioni abbastanza profonde, per cui, andando un po' a ritroso, quando lui lasciò nel 2006, probabilmente - e non so se è la verità - può aver pensato che la cosa più bella che si possa vincere nel calcio l'aveva vinta, che era il Mondiale. E lui aveva affrontato questo Mondiale dopo un gravissimo infortunio. Per cui ha preferito come è giusto che sia in certi casi, dedicarsi un po' di più alla Roma, alla propria carriera e alla propria salute, cercando di avere un po' meno impegni e cercando di ottimizzare il lavoro che faceva durante la settimana, per poter star bene e per poter fornire delle prestazioni all'altezza per la propria squadra. Alla fine nel 2006 aveva 30 anni, per cui non era tanto giovane. E può aver pensato che fosse arrivato il momento giusto per salutare. Ma vedendo come sta ora che sono passati sette anni, è chiaro che un po' è dispiaciuto. Ma magari sta così perchè è riuscito in questi sette anni a lavorare in una certa maniera".

E tu hai mai provato a dirgli in questi sei anni: perchè non torni?
"Questi sono discorsi personali e intimi perchè alla fine quando ci incontriamo parliamo spesso di tante cose. Lui sa quello che ci diciamo".

Balotelli è cambiato? Pensi che possa trovare la definitiva consacrazione?
"Tutti desideriamo che Mario trovi la definitiva consacrazione e il giusto equilibrio. Io l'ho sempre visto tranquillo, quello che gli mancava era il poter giocare con continuità, adesso ha trovato la situazione ideale per dimostrare tutto il suo valore. Mi auguro che con noi della Nazionale e un po' meno con il Milan riesca a darci le gioie che ci potrebbe dare".

Trovi anche tu che sia peggiorato l'atteggiamento della gente nei confronti della Juventus?
"Rispetto ai primi anni di militanza alla Juve, è tornato quel tipo di atteggiamento, perchè era pre-esistente. Poi dopo tutto quello che è accaduto, che sappiamo, insomma, le nostre vicissitudini, un pochino tutto questo aveva tolto su di  noi le attenzioni e l'interesse negativo degli altri. Adesso, in effetti, qualcosa sta tornando, ma la domanda che sorge spontanea è chiedersi: perchè? Perchè poi se uno prima poteva accampare mille e più alibi, poteva pensare chissà cosa, adesso, più che pensare che stiamo dimostrando sul campo e con i fatti che meritiamo quello che stiamo conquistando e che stiamo facendo, non so cosa si debba fare. Ma questo alla fine è un problema nostro, di società, perchè non riconosciamo e ci disturba riconoscere i meriti degli altri, sempre e comunque. E si cerca sempre di denigrarli anche attraverso degli atteggiamenti poco civili e poco edificanti". 

Temi, alla luce di questo, che Conta possa davvero andare via? Poi, a proposito della sfida di Champions, vi potrebbe essere utile nella sfida con il Bayern ricordare quello che è successo all'Europeo contro la Germania?
"Per quel che riguarda il mister, non temo nulla, nel senso che è una persona talmente decisa in tutte le cose che fa, in tutte le cose che dici, e come le fa soprattutto, mettendoci corpo, anima e tutto il sentimento possibile e immaginabile, credo che alla fine, finchè lui non riterrà concluso il progetto sportivo con la Juve, non penso che possa prendere in considerazione altri tipi di alternative. Per quanto riguarda la sfida con il Bayern, sì, un pochino di Italia-Germania lo ricorda, in quanto a protagonisti. Però insomma, ci sono anche tanti altri che in quella semifinale non erano presenti".

Prandelli ieri ha fatto capire che si va verso due blocchi azzurri: Juve e Milan. Cosa ne pensi?
"Devo dire che soprattutto la Juve sia la squadra più rappresentata in quanto a italianità, perchè abbiamo una comunità molto numerosa. E visto e considerato che veniamo da due anni molto buoni, credo sia anche molto logico che ci sia una folta rappresentanza. Per quello che riguarda il Milan, anche il Milan è una squadra che ha sempre basato e appoggiato i propri successi su uno zoccolo duro italiano. E credo che la rifondazione che sta facendo, seppur fondata sui giovani, sia di stampo italiano. lo trovo molto logico, per cui, che la Nazionale sia rappresentata per la maggior parte da queste due squadre".

France Football ha riportato la notizia che Conte è tra gli allenatori più pagati, ma è fuori dalla top ten. Per quello che ha fatto è giusto o meriterebbe un'altra condizione?
"Sai, il calcio tutti pensano che sia giusto, ma non è sempre vero perchè quando si va a valutare soprattutto un soggetto, una persona, uno sportivo o un allenatore, bisognerebbe realmente avere una conoscenza a 360° del protagonista. Se uno come il nostro allenatore non è stato considerato tra i dieci allenatori più bravi, ciò mi sorprende molto perchè alla fine dopo 18 anni di calcio posso dire di aver avuto sempre il top degli allenatori e lui sicuramente se non è il primo, è il secondo, ma più probabilmente il primo di quelli che ho avuto come bravo".

Anche più bravo di Lippi? 
"Quelli sono altri discorsi, sono passati tanti anni, probabilmente bisognerebbe anche fare dei paragoni in base anche all'età in cui uno ha cominciato, ha intrapreso la carriera e tante altre cose. Sicuramente tra gli allenatori che vedo in Europa, che sono molto preparati, io sono sicuramente di averne uno a Torino che non è sicuramente inferiore a loro. E di questo ne sono certo".

Perderlo sarebbe un clamoroso autogol?
"Io lo vedo ultimamente spesso scritto sui giornali, ma mi sembra che sia una cosa da non prendere neanche in considerazione, perchè come ho detto prima tutti sappiamo quanto Conte sia legato alla Juve, al popolo juventino e a questa maglia. Finchè lui non riterrà concluso il progetto sportivo, non credo che ci sia questo tipo di paura". 

Il tuo giudizio su Conte nasce anche dal fatto che lui aveva solo qualche top e poi ha dovuto far crescere della gente che quando è arrivata alla Juve non lo era? Pensi che Conte voglia fare un salto di qualità ulteriore alla Juve e se non vede da parte della società la volontà di un potenziamento vero, l'arrivo di un top player, possa ritenere impraticabile questo progetto?
"Per quel che riguarda i meriti, le fortune o le sfortune, partendo con la base con cui è partito nella Juve, posso dire che le sue conoscenze, il suo linguaggio calcistico, lo ritengo universale, per cui qualsiasi tipo di giocatore possa avere, riuscirà sempre a far dar loro il massimo, perchè poi tra le qualità che ha, quella motivazionale non è tra le ultime. E poi per quel che riguarda la sua scelta di incentivare la società, io non penso che abbia bisogno di questo tipo di escamotage, perchè c'è  un rapporto talmente diretto e limpido tra lui e la società, che non penso che si arriverebbe a questo".



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