E con questo son 31 tutti gli altri son nessuno.

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Articolo di Alessandro Magno

E’stato uno scudetto trapattoniano. Uno scudetto, probabilmente, più juventino nel vero senso del termine. In testa dalla prima all’ultima giornata, con un lavoro di demolizione degli avversari degno delle Juventus del Trap. Probabilmente in questo senso è stato anche meno emozionante di quello dell’anno scorso, dove si partiva per ricostruire e poi ci si è ritrovati a combattere contro un Milan veramente forte e con varie vicissitudine a volte primi e a volte secondi, fino all’apoteosi finale. L’anno scorso emozionante in quanto non programmato e a un certo punto anche insperato. Emozionante anche perché era il primo per molti (anche molti tifosi). Era l’ultimo di Del Piero, il più grande di tutti sotto tutti i punti di vista senza se e senza ma e chi lo nega non capisce una mazza di juventinità. I primi auguri ai suoi ex-compagni sono stati i suoi e con parole sentite, serve altro?
Quest’anno invece le emozioni forti le abbiamo lasciate agli altri. Noi siamo stati dall’inizio alla fine un caterpillar che ha schiacciato tutto e tutti. Mi pere di poter dire: siamo diventati grandi. Non grandi nel senso di grandezza ma grandi nel senso di età. Questo è lo scudetto della maturità. La maturità di questo gruppo straordinario di giocatori (non tutti fenomeni) che dopo aver vinto uno scudetto si rimette a lavoro con più lena e coraggio del solito. Questo è lo scudetto probabilmente del sudore e del lavoro: della professionalità. I soldatini e non i quaraquaquà. Dell’unità di intenti. Qui non c’è nulla di casuale, e se l’altro è stato emozionante perché più sorprendente, questo è stato anche più difficile. Perché lo si doveva vincere per forza. Perché c’era la coppa. Perché si era giù un po’ sazi. Perché la Nazionale, che non ci ama ma ci vuole, ci ha restituito spesso giocatori infortunati (vedi Chiellini). Se l’anno scorso lo scudetto è stato quello di Conte e della vecchia guardia, i Buffon, i Del Piero, i Pirlo (inteso come grande vecchio), quest’anno è stato lo scudetto del nuovo che avanza: Vidal e Pogba su tutti. Una solida base su cui costruire il futuro. Lo scudetto dei vice allenatori Carrera e Alessio degni sostituti del mister anche loro buttati nella mischia loro malgrado e con la schiena dritta a dispetto dei santi.
Non ci sono neppure i Iuliano o Muntari o Turone che tengano. Nessun appiglio dove arrampicarsi per gli arrampicatori di specchi antijuventini. C’è un arbitraggio discutibile a Catania nel girone di andata, discutibile da ambo le parti però, anche se Pulvirenti ha fatto un casino inaudito. C’è un rigore ed espulsione di Spolli per un cazzotto a Pogba oltre che anche questioni favorevoli al Catania sui gol, ma c’è anche un rigore regalato al Milan all’andata, rigore decisivo ai fini del risultato per fallo di mano involontario e che nemmeno è tocco di mano ma di anca. C’è un rigore clamorosissimo negato alla Juventus contro il Genoa in casa sempre per un fallo di mano di Granqvist che addirittura farà giurisprudenza e da quel momento in poi nessun fallo di mano in area involontario verrà sanzionato con il rigore quando solo pochi mesi prima agli arbitri, nell’assemblea di inizio stagione, si era raccomandato l’esatto contrario.
Per sfavorire la Juve si va addirittura ad assolvere il Napoli e i loro calciatori nel filone del calcio scommesse che li riguarda. Unici e soli. Tutti ma proprio tutti i calciatori e le squadre coinvolte, vengono in qualche modo sanzionate. Il Siena probabilmente non si salverà per queste sanzioni. Conte prende una delle squalifiche più pesanti e assurde, il famoso: ”Non poteva non sapere”, certo se questa fosse legge, tutti i genitori di un figlio delinquente dovrebbero essere messi in carcere. Ma tornando al Napoli, pur di non svaforirli nella lotta contro la Juventus il pentito che li accusa diventa ”non credibile”, l’unico pentito! Gli altri invece sono credibili. Gli vengono restituiti i punti quando sono in piena corsa. Lo fanno apposta per tenerceli vicini. Il Napoli verrà pesantemente battuto in casa nostra senza nessun attenuante mentre da loro finirà in pari. La squadra che ci vuole contendere lo scudetto e che per molti è più forte della Juve, eccetto la finale di coppa Italia dell’anno scorso contro di noi non vince mai. O perde o pareggia. Sempre e ridico SEMPRE, contro di noi, si difende dal primo all’ultimo minuto giocando di rimessa come una piccola provinciale. Sarà anche il modo di giocare di Mazzarri ma questo dovrebbe far riflettere sui reali valori in campo.
Nonostante questo la Juve vince il suo 31mo campionato checché ne dica Pistocchi che prima di parlare di Farsopoli è meglio si informi su condanne e intercettazioni varie e che sulla libertà di espressione si informi ancora meglio, perché non c’è legge che obblighi un condannato, anche in via definitiva, a tacere sulla sua presunta innocenza. Siamo alla libertà più elementare della persona. La vergogna non è la società Juventus che mette 31 sul pullman. La vergogna è quella di personaggi come questi che vogliono fare i depositari di una morale tutta loro in funzione di una laurea da giornalista e di un posto a Mediaset. Direi che è meglio che Pistocchi si occupi di fuorigioco ammesso che ne sia capace e lasci perdere i discorsi sull’etica. Questo è il 31mo godetene tutti, alla faccia di tutti questi rosiconi. Non vi curate di loro e andate fieri di questa squadra, di questo allenatore e di questa bandiera.
Con questo son 31 tutti gli altri sono nessuno.


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