L’Apache è ora atteso a Torino per le visite e confida agli amici: «Era quello che volevo». Gol e carattere, il top per Conte. Per il tecnico (che ieri era in sede) era il preferito. Sarà in ritiro a Chatillon. Triennale da 5,5 milioni più bonus. Prenderà il 10?
TORINO, 26 giugno 2013 - La trattativa di ieri sera si è chiusa con la chiamata a Carlitos Tevez, convocato da Beppe Marotta per le visite mediche. L’Apache era in Argentina e Kia Joorabchian ha subito messo in piedi la macchina organizzativa per fare in modo che il giocatore sia a Torino già da oggi. Difficile, tuttavia, che già in giornata sia in grado di essere messo a disposizione di Fabrizio Tencone, coordinatore del settore medico bianconero. Di sicuro Tevez completerà l’iter di juventinizzazione entro la fine della settimana, quando potrebbe anche essere organizzata una presentazione (nulla per il momento è stato tuttavia pianificato). E a quel punto si dovrà prendere la prima “grande” decisione: quale numero assegnargli? Al Manchster City, Carlitos aveva il 32 che, ironia della sorte, nella Juventus appartiene ad Alessandro Matri, proprio il giocatore che potrebbe andare al Milan e fare spazio all’argentino. Ma è chiaro che il pesantissimo “10” bianconero potrebbe finalmente trovare spalle sufficientemente robuste per essere riportato sui campi della Serie A e della Champions League.
OPZIONE Deciderà lui stesso nei prossimi giorni, quando arriverà a Torino e firmerà il contratto: tre anni a 5,5 milioni di euro più bonus di quasi un milione legati ai vari risultati (sia quelli personali come presenze e gol, sia quelli di squadra come la vittoria dello scudetto o il raggiungimento della qualificazione alla Champions League). C’è anche un’opzione per il quarto anno nell’accordo approvato ieri dal suo agente, ma di quella ci sarà tempo per parlare. Intanto, Tevez inizierà a cercare una casa e conoscere il nuovo ambiente. Per i compagni e l’allenatore dovrà aspettare il 12 di luglio, data in cui inizierà il ritiro di Chatillon, dove si presenterà insieme a Fernando Llorente, l’altro grande attaccante con il quale potrebbe formare la formidabile coppia della prossima stagione. Con Conte, in ogni caso, aveva già avuto dei contatti, nei quali l’allenatore gli aveva parlato del progetto tattico bianconero. E proprio Conte ieri è tornato a Torino dal viaggio di nozze in Polinesia e nel pomeriggio ha fatto un salto in sede, per discutere alcuni dettagli del ritiro e anche per gli ultimi aggiornamenti da Londra. La notizia dell’accordo l’ha poi ricevuta in serata via cellulare. Un’eccellente notizia per lui che aveva messo Tevez in testa ai suoi desideri.
PROFETA Così come Tevez aveva messo la Juventus in cima alle sue preferenze. L’aveva detto nei giorni scorsi, durante una rimpatriata con le sue vecchie conoscenze di Fuerte Apache, il malfamato quartiere di Baires dove è nato e cresciuto. «Andrò a giocare nella Juventus», aveva confidato agli amici di sempre. «Ed è esattamente quello che voglio», aveva sottolineato. Ha trovato, l’argentino, piena sintonia con la voglia di vincere, in Italia e soprattutto in Europa, del club bianconero. Tevez viene da stagioni travagliate e da un divorzio tutt’altro che sereno con il Manchester City, brucia dalla voglia di rivincita. Facile immaginare come Conte soffierà sul quel fuoco, anche se sono tutti in attesa di capire quante scintille provocherà l’attrito fra le spigolature dei due caratteri.
SOLDATINO? Perché, è cosa nota, Tevez non è esattamente un agnellino o un disciplinato soldatino come direbbe Cassano. Si dice, nella concezione popolare del personaggio, che l’Apache sia al tempo stesso un tipo buono e malvagio. Carlitos Tevez, che vive questa “condizione” dalla nascita (il barrio Ejército de los Andes dove venne alla nascita era chiamato Fuerte Apache), alla fine dei conti racchiude in sé entrambe le qualità: lui è buono nel segnare (74 gol in 148 partite ufficiali nell’arco di quattro stagioni al Manchester City) e far segnare, ma sa pure essere malvagio, con le difese avversarie che fanno costantemente la figura del malcapitato di turno, e con se stesso, per via delle bizze di un carattere evidentemente da affinare. Ci riuscirà Conte? Molti sono pronti a scommettere di sì, anche se qualcuno che già cerca la quota della prima scazzottata fra i due. La certezza è che l’ambiente di Vinovo e la solidità del gruppo bianconero sembrano essere il terreno perfetto per coltivare un nuovo Tevez, al servizio della squadra e senza follie.
PRENDERE O... D’altra parte, Tevez è così: prendere o lasciare. E la Juventus ha preso. In campo è complicato racchiuderne la descrizione in un unico ruolo (seconda punta sì, ma pure fantasista a lungo raggio e goleador all’occorrenza, come nella stagione 2009-10, la più prolifica con 29 reti a referto); fuori dal campo, i suoi cambi d’umore hanno lasciato interdette le tifoserie che man mano si erano innamorate di lui. Dal Boca Juniors al Corinthians, dal West Ham ai due Manchester: già, persino attraversare la sponda del porto commerciale inglese, per lui non è stato un problema (quasi come un Ogbonna qualsiasi). Perché, alla fine, contano soprattutto i... conti: i Red Devils, in quell’estate bollente di quattro anni fa, incassarono 24 milioni di sterline (intorno ai 30 milioni di euro), a distanza di quattro stagioni la Juventus lo ha pagato meno di 0un terzo, approfittando dell’età e del contratto in scadenza l’anno prossimo. In fondo, la vita ti fa capire subito che non sarai mai un ragazzo “normale”: Tevez se ne accorse, per esempio, da bambino quando una pentola di acqua bollente gli provocò un’ustione sul collo che si sarebbe portato con sé per sempre. E quando, raggiunta la fama e la ricchezza, gli dissero che con la chirurgia plastica poteva ingentilire quello sfregio, lui rispose orgogliosamente: «No, fa parte di una parte della vita che non voglio dimenticare, né cancellare». E poi, in ultimo, quella sospensione di patente (peraltro già scaduta) per guida in stato d’ebbrezza, lui che peraltro risultò recidivo, essenso già stato beccato nel 2009 ai tempi dello United (allora la sua auto aveva pure i finestrini illegalmente oscurati). Con Conte dovrà cambiare registro, ma a questo punto della sua carriera si gioca la carta finale e, assicura chi lo conosce bene: vuole giocarsela alla grande.
Fonte: Tuttosport (articolo a firma di Milone-Vaciago)
Chiude Marotta, smacco a Galliani
Blitz a Londra e firme a 9 milioni + 3 di bonus. Marotta e Paratici hanno discusso con il Manchester City negli uffici dell’agente Joorabchian. La trattativa iniziata in mattinata si è chiusa all’ora di cena. E si è parlato anche di Kolarov. Il primo incontro Tevez-Juve era avvenuto il 16 maggio nel ristorante della moglie di Kia a Londra. Ai milanisti bruciano le parole di Galliani: «Sono sicuro che Carlitos non mi tradirà»
TORINO, 26 giugno 2013 -Tutto è cominciato ieri mattina sul presto. Ma se proprio vogliamo andare all’inizio della storia bisogna risalire al 16 maggio, due giorni prima della fine del campionato: in quel apparentemente anonimo giovedì, la Juventus ha posto le basi per l’affare chiuso ieri sera nel ristorante “Babbo” nell’elegante quartiere Mayfair di Londra. Non tanto perché Beppe Marotta avesse avuto un’improvvisa voglia di mozzarella di bufala e tagliolini all’astice, ma perché quel locale è di proprietà di Tatiana Alonso , niente a che vedere con il pilota della Ferrari, molto a che vedere (è la moglie...) con Kia Joorabchian , il potentissimo agente che cura gli interessi di Tevez e grande tessitore della trattativa con la Juventus.
L’INTESA Insomma i vertici bianconeri avevano un’intesa con il fuoriclasse argentino fin da metà maggio, da lì in poi è stato un lungo e paziente approcciarsi al Manchester City, che aveva deciso da tempo di mollare l’argentino, ma ha sempre gestito l’affare nel tentativo di alimentare un’asta in modo da monetizzare al massimo la cessione. E alla fine, quando il Milan è entrato in scena qualche settimana fa, ai due dirigenti dei citizens Ferran Soriano (amministratore delegato) e Txiki Begiristain (direttore sportivo) stava quasi per riuscire il giochino.
LA SFIDA Adriano Galliani , che può vantare una lunga amicizia con Joorabchian, era infatti sicuro di poter sorpassare la Juventus e, durante la crociera rossonera, aveva più di una volta punzecchiato i bianconeri. «Sono sicuro che Tevez non mi tradirà», si era lasciato scappare, mentre mostrava sul suo cellulare gli sms e le chiamate dell’agente di origine iraniana. Una sicurezza ostentata fra sorrisetti e battutine che lasciavano intravedere una possibile trappola per Beppe Marotta che, per contro, manteneva un bassissimo profilo mediatico, lasciando però trapelare una certa tranquillità. «Non dire gatto se non l’hai nel sacco» è stato il mantra marottiano negli ultimi dieci giorni, quando è partito lo sprint per Tevez, con il quale ha letteralmente bruciato il collega rossonero. E se nelle ultime ore, proprio Galliani, aveva cercato di tirare il freno con una serie di dichiarazioni che smontavano l’entusiasmo di qualche giorno prima («Non abbiamo i soldi per Tevez, prima dobbiamo cedere»), nelle orecchie dei tifosi milanisti, ieri sera, risuonavano fastidiosamente le frasi più speranzose dell’ad.
IN VANTAGGIO Juve-Milan 1-0, dunque. E palla al centro in attesa dell’inizio del campionato, quando le sfide vere potrebbero anche smentire quelle virtuali del calciomercato. Certo è che mai un duello per un giocatore era stato così esplicito e agguerrito. E non c’è dubbio sul fatto che Tevez sia un pupillo di Galliani fin dallo scorso inverno, quando il milanista era andato a un soffio dall’ingaggiarlo. Anzi, a dirla tutta, l’aveva proprio ingaggiato prima che Berlusconi facesse saltare tutto opponendosi alla cessione di Pato al Paris Saint Germain. Tant’è che ieri sera, sui social network, impazzava la foto del dirigente rossonero a tavola proprio con Tevez (un altro pranzo servito a trovare un accordo, dev’essere il destino dell’argentino).
LA CRONACA E il suo gol, Marotta, l’ha segnato ieri, ultima puntata della telenovela, chiusa anche grazie all’ottimo rapporto con Soriano, coltivato nel tempo e decisivo nello sprint. In mattinata, Marotta è andato in sede presto. Fabio Paratici , dopo la colazione nel solito bar di piazza Carlo Felice, l’ha raggiunto poco dopo. Lì hanno atteso il via libera di Kia Joorabchian, che doveva incontrare i dirigenti del City per dirimere le ultime pendenze economiche fra il suo assistito e il club. La telefonata non si è fatta attendere e, intorno alle undici, la coppia era su un volo privato pronto a decollare da Caselle verso l’aeroporto di Luton a Londra. In tasca avevano l’accordo con il giocatore e l’alleanza con Joorabchian, ma dovevano ancora convincere Soriano e Begiristain a scendere dalla richiesta di 15 milioni di euro.
ECCO IL SI’ Si sono trovati negli uffici dell’agente, che sono proprio sopra il ristorante della moglie, e lì hanno inizato un’estenuante maratona dalla quale sono usciti in serata, poco prima dell’ora di cena, con il contratto in mano. Accordo trovato sulla base di 9 milioni di euro da versare subito al City più 3 milioni da versare a fine stagione come bonus in caso di qualificazione alla fase finale della Champions League. Come dire che è stato pagato come la metà di Asamoah , prezzo decisamente conveniente per un top player.
Fonte: Tuttosport (articolo a firma di Guido Vaciago)
Colpo Juve: Tevez!
Accordo con il City: 12 milioni coi bonus. Triennale a Carlitos, oggi sarà a Torino. Decisivo il blitz a Manchester di Marotta: chiesto Kolarov. Bruciato il Milan, che ora potrebbe puntare forte su Matri
MILANO, 26 giugno 2013 - Carlos Tevez è della Juve e già oggi è atteso a Torino.E non è finita. Resta infatti aperta, apertissima la pista del secondo top player: decisamente più Jovetic di Higuain. Insomma, c’è il serio rischio che la Juve scavi un solco tecnico con il resto della concorrenza italiana. Ma andiamo con ordine, iniziando con il celebrare l’arrivo nel nostro calcio di un grande campione. Al Manchester City andranno dodici milioni di euro, bonus compresi: nove milioni di fisso più tre milioni legati ai vari obiettivi, fra campionato e Champions. Il 29enne attaccante firmerà invece un triennale da 5,5 milioni più bonus a stagione e nelle prossime ore è atteso a Torino per le visite mediche. Bravo Beppe Marotta, che beffa il Milan, elude l’ultimo assalto del Real Madrid (Ancelotti aveva invitato a cena il manager di Tevez) e risponde anche allo scetticismo di buona parte del popolo juventino: dubbi, sull’operato del dirigente, manifestati in maniera non sempre simpatica, soprattutto attraverso il web.
Milan anticipato E invece il percorso scelto dall’a.d. bianconero si è confermato politicamente intelligente, solido e pure economicamente vantaggioso. Marotta ha portato avanti il discorso con il giocatore e il suo agente (a cui va una ricca commissione), tenendo sempre informato il City. Così, fra i club si è subito instaurata un’intesa sincera, una collaborazione leale. Grazie a questo clima, la Juve ha potuto contrastare ad armi pari l’offensiva di un Galliani realmente legatissimo all’entourage di Tevez e ben messo pure con la dirigenza del club inglese. Con qualche soldo in più in tasca, il dirigente del Milan avrebbe infatti creato parecchi problemi. Ma in via Turati di questi tempi il rispetto del pareggio di bilancio è un assioma inderogabile.
Da 18 a 12 Decisiva la tempestività di Marotta e Paratici (altro grande protagonista della trattativa), fondamentale anche l’okay di Conte a mettere momentaneamente in secondo piano le altre piste, pur di portare subito a casa l’Apache. Lo spiraglio da Manchester si era aperto lunedì sera, immediata la decisione di Marotta: «Si parte e si va a chiudere». Alle 10.30 di ieri il decollo da Torino Caselle. A Londra, il lungo faccia a faccia, la maratona di cifre, clausole e cavilli. Gli inglesi sparano: «Vogliamo 18 milioni». La Juve risponde «Non più di sette». Nel primo pomeriggio siamo già a 15 milioni contro 10. A ora di cena il punto d’incontro e le strette di mano: si chiude appunto a quota dodici milioni, bonus compresi. Un attimo di pausa, partono subito le chiamate verso Torino, dove Agnelli e Conte si erano visti nella tarda mattinata, in sede: il presidente è soddisfatto, regala alla sua gente uno di quei giocatori migliori al mondo e in un certo senso vince la prima sfida stagionale con il rivale Milan; il tecnico, dal canto suo, è al settimo cielo. Marotta e Paratici erano pronti a valutare pure la situazione di Kolarov: proposto un prestito con diritto di riscatto per l’esterno serbo. Il City ha però rifiutato, parlando di giocatore al momento incedibile. Se ne riparlerà magari più avanti.
Fonte: GdS (estratto dall'articolo a firma di Graziano-Laudisa)
Tifosi impazziti: «Marotta da 10»
«E adesso Jovetic». Il colpo a sorpresa scatena gli juventini. Ma i bookmaker sapevano tutto dal 7 giugno
TORINO, 26 giugno 2013 - L’attesa dei tifosi è stata premiata: il top player è arrivato. Tevez alla Juve. La notizia ha colto quasi di sorpresa il popolo juventino, abituato a convivere con trattative interminabili. Invece il blitz di Marotta e Paratici ha colto nel segno. E così, mentre nel Regno Unito Juve e City si stringevano la mano, a Torino partivano i festeggiamenti per il colpo dell’estate (finora).
Delirio Tifosi in delirio, la loro soddisfazione si è propagata sui social network e sul web, con siti bianconeri e forum presi d’assalto fino a notte fonda. Sugli scudi Beppe Marotta, il vero eroe di giornata: «Voto 10 a Marotta, un capolavoro» scrive Turra1968, «Marotta top d.g.—gli fa eco Juvebay — Llorente gratis e Tevez per due spiccioli. Merita un applauso», e per Carlo anche un’amnistia: «Dopo Tevez direi che possiamo perdonargli l’abbaglio Martinez...». Gli occhi dei tifosi bianconeri luccicano pensando a quello che sarà o potrebbe essere: «Ora aspettiamo anche Jovetic—si lascia andare TomK2 — e poi vinciamo la Champions ». «Vedo già il tridente Jovetic, Llorente, Tevez— prosegue Voglioxabi —, signori che spettacolo!! ». Afa7 lo vede già in campo: «Llorente Tevez Vucinic con Vidal, Pirlo e Pogba a centrocampo, Conte in panchina. Scommessa vincente». E a proposito, una nota agenzia di scommesse irlandese il 7 giugno pagava già (early payout) chi aveva puntato su Tevez alla Juve. Chissà quanti juventini ci avrebbero scommesso.
Fonte: GdS (articolo a firma di Alberto Mauro)
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